NOTA DELL’IRES-CGIL BASILICATA

(su articolo di Affari&Finanza)

 

In riferimento all’articolo apparso su Affari&Finanza il giorno 18 maggio u.s. e ripreso da Il Quotidiano della Basilicata il giorno dopo, occorre precisare alcuni punti, per maggior chiarezza nella diversità delle questioni trattate. Nell’articolo si faceva riferimento ad un “Effetto Melfi” sui consumi in Basilicata dopo il rilancio della fabbrica; in particolare rilievo la tabella dei medesimi con la variazione annua al 19 aprile 2015, da cui si evince un più 4,7% per la Basilicata. A seguire verrebbe evidenziata una correlazione tra “l’aumento degli acquisti nei supermercati” con “l’annuncio della FIAT ed il rientro dalla Cassa Integrazione dei lavoratori Barilla”.

Riteniamo plausibile una certa correlazione ma nello stesso tempo vanno appuntate un paio di questioni che ci sembrano essenziali. È indubbio che l’impatto economico dell’investimento a Melfi sia stato positivo come può desumersi indirettamente dal boom di esportazioni del settore automotive che, dai dati in nostro possesso, registrano un aumento del 77,8% nell’ultimo trimestre rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Per quanto attiene ai dati sui consumi, non esistendo fonti a scala territoriale con la tempestività evidenziata nell’articolo citato, riteniamo opportuno un approccio più prudente, in attesa di maggiore “ufficialità” del dato, per una conferma non tanto dell’effetto positivo sull’economia regionale esercitato dal summenzionato investimento, che è fuori discussione, quanto della sua reale ampiezza.

Prudenza altresì opportuna se si considera che, con riferimento all’ultimo trimestre del 2014, le imprese attive diminuiscono in regione come effetto di saldi negativi tra iscrizioni e cessazioni, il calo del terziario è interamente ascrivibile al settore del commercio (227 imprese pari all’1,8%). Se ne può desumere la necessità di sforzi suppletivi volti a rafforzare/ampliare la base produttiva.

In termini generali, poi, alcune evidenti diacronie nelle componenti maschile e femminile degli occupati, in cui la Basilicata registrerebbe la peggior performance italiana al femminile, le criticità che emergono sui turni di lavoro, sulla condizione dei trasporti, infine il peso ripetutamente preponderante dell’automotive e del greggio alla voce esportazioni (senza per questo sminuire la portata di alcune argomentazioni di Affari&Finanza), rendono ancora debole e priva di una strategia complessiva di rilancio e diversificazione produttiva la Basilicata.

 

Potenza, 21/05/2015

 

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