In questo paragrafo sono raccolti i principali dati economici, tratti da diverse fonti (ISTAT, INPS, Banca d’Italia, Unioncamere, SVIMEZ, ecc.) disponibili a scala territoriale. L’obiettivo è duplice: da un lato quello di fornire una analisi del mercato del lavoro e della qualità dello stesso in Basilicata, sia in termini congiunturali e riferibili ai periodici aggiornamenti INPS e ISTAT, con particolare attenzione ai due referendum abrogativi proposti dalla CGIL su voucher e cambio d’appalto; dall’altro quello di fornire un quadro, il più aggiornato possibile, relativo all’evoluzione dei principali indicatori economici della regione, con particolare riguardo alla dinamica occupazionale ed alle evidenze maggiori che il nuovo quadro legislativo ed i decreti attuativi del Jobs Act offrono. In relazione al secondo obiettivo questo documento sarà aggiornato nel mese di aprile, come per il precedente anno, seguito da un secondo appuntamento relativo all’analisi dei dati macroeconomici e degli stock occupazionali che saranno rilasciati con diversa cadenza temporale.
Queste due analisi differenziate si rendono necessarie per distinguere una valutazione più generica, ma non meno importante, riferita al quadro problematico che emerge dalla straordinaria e costante crescita dei voucher e dell’utilizzo di uno strumento pensato inizialmente per favorire il lavoro accessorio e l’emersione del lavoro nero; e poi per una valutazione più ampia e nel dettaglio delle diverse tendenze economiche e sociali in atto in Basilicata. Valutazione, ribadiamo, che verrà completata e resa disponibile nel prossimo mese di aprile al rilascio degli ultimi dati a chiusura di anno. Per quanto attiene ai voucher occorre altresì precisare che i dati disponibili e confermati in via ufficiale sono aggiornati a novembre 2016, ogni altro riferimento ai voucher nominali è frutto di proiezioni e di dati non consolidati.
Gran parte delle tabelle commentate, quindi, si riferisce alle evidenze maggiori degli ultimi tre trimestri del 2016 per quanto attiene la dinamica occupazione/disoccupazione/inattività; altra parte è riferita ai primi undici mesi dell’anno trascorso con riferimento a contratti di lavoro e variazioni contrattuali, voucher, etc; infine molta parte è riferita all’intero 2015 ed agli anni precedenti per ottimizzare una visuale di scala, oltreché considerare l’arco temporale che va dall’avvio della crisi (2008) ai giorni nostri e tracciare un bilancio di sintesi e di prospettiva.
È bene rammentare che, a livello di singole regioni, le statistiche a disposizione presentano un dettaglio molto inferiore rispetto a quanto avviene a scala nazionale; esse, inoltre, sono rilasciate con un maggiore ritardo temporale. Di conseguenza, gli indicatori presentati verranno sia commentati di per sé, dove offrano indicazioni interessanti su aspetti importanti, e, alla fine del presente paragrafo, si cercherà di metterli insieme per fornire, nei limiti del possibile, una valutazione complessiva della fase ciclica attraversata dalla regione.
1.
In premessa è bene segnalare l’approccio problematico alla crescita dei voucher, poiché significativi di un lavoro intermittente e precario, cresciuti grazie ad uno snaturamento dello strumento “buono lavoro”, pensato per agevolare forme di regolarità sul lavoro accessorio e per l’emersione del lavoro nero, ma che nei fatti si è rivelato un meccanismo per lo svilimento del lavoratore.
Così come riportato da fonte INPS1 lo strumento entra in vigore nel 2003 (Decreto legislativo 276/2003, cosiddetta Riforma Biagi) si propone di riguardare il lavoro nelle forme accessorie del lavoro domestico, per l’attività svolta da soggetti a rischio esclusione sociale, con un compenso massimo di 3mila euro e prestazioni non superiori ai 30 giorni. Lo strumento viene poi modificato nel 2004 e portato il tetto di cumulabilità a 5mila euro per committente. Dal 2008 parte la vera e propria sperimentazione per studenti e pensionati. Ma ancora nel 2009 la fruibilità dei voucher viene estesa ai percettori di prestazioni a sostegno del reddito (disoccupazione, CIG, mobilità), ai lavoratori part-time, alle casalinghe, e per prestazioni quali il lavoro domestico occasionale, le manifestazioni sportive e culturali, commercio, servizi, turismo e agricoltura. Inoltre, a conferma di un quadro poi sfuggito dal controllo istituzionale e da monitoraggio attivo, i canali di distribuzione si moltiplicano e “liberalizzano”: “Al voucher cartaceo acquistabile presso le sedi INPS e alla procedura telematica si affianca la vendita presso i tabaccai, le banche, gli uffici postali”.
E nei fatti, la non accessorietà del voucher viene confermata per via legislativa col Decreto Legge 76/2013, che elimina la definizione “di natura meramente occasionale”, cosicché le prestazioni accessorie si connotano come tali solamente in quanto alla economicità e frazionabilità del lavoro, non più in riferimento alle caratteristiche reali della prestazione effettuata dal lavoratore.
Infine con il Decreto Legislativo 81/2015 e con il Jobs Act, il limite di cumulabilità per singolo committente viene elevato da 5mila a 7mila euro, rendendo ancor più facile la deregolamentazione del lavoro accessorio.
Dall’inizio della cosiddetta sperimentazione (2008) a tutto novembre 2016 (dato consolidato e diffuso da INPS attraverso il mensile rapporto sul precariato), sono stati venduti circa 400milioni di voucher, per un valore nominale di 10 euro ciascuno, per un valore di più di 4 miliardi di euro.
Numeri enormi se si pensa che nel solo 2015 sono stati computati sgravi contributivi per le imprese che assumevano per circa 20 miliardi di euro, a fronte dei circa undici programmati, contando che nel corso dello stesso anno si è creato in media uno stock di occupati di circa 115mila unità rispetto al 2014, a fronte delle quali si è creata una platea di 860mila lavoratori a voucher, con un reddito medio di 760 euro/annui.
Così come riportato dall’INPS, i voucher sono cresciuti con variazioni percentuali consistenti sin dai primi anni, consolidandosi nel corso degli ultimi anni seppur si registra un rallentamento nella crescita a ritmi esponenziali dei primi anni.
Grafico 1 – Indici di variazione per incidenza
Fonte: Ns elaborazione su dati INPS
Il dettaglio per settori e attività d’impiego conferma nuovamente la non accessorietà (concettualmente intesa) dello strumento voucher. E si può notare come la maggiore allocazione così come i maggiori tassi crescita si riferiscono a servizi, turismo, commercio e altre attività, dove per altre attività si riferiscono non ben specificate mansioni legate all’industria, all’edilizia, all’artigianato ampiamente inteso, alla logistica ed ai trasporti, come ben evidenziato nella tabella seguente.
Tab. 1 – Crescita dei voucher per settori di impego e anni |
||||||||||||||
ATTIVITA’ D’IMPIEGO |
anno 2008 |
anno 2009 |
anno 2010 |
anno 2011 |
anno 2012 |
anno 2013 |
anno 2014 |
anno 2015 |
||||||
Agricoltura |
535.314 |
1.239.594 |
1.686.859 |
2.013.991 |
2.208.622 |
2.166.709 |
2.036.565 |
2.201.604 |
||||||
Manifestazioni sportive e culturali |
67 |
454.401 |
1.706.575 |
2.228.887 |
2.936.494 |
3.296.390 |
4.123.164 |
4.397.132 |
||||||
Giardinaggio e pulizia |
85 |
99.370 |
903.434 |
1.676.592 |
2.574.561 |
2.952.291 |
4.241.856 |
4.885.399 |
||||||
Lavori domestici |
0 |
14.269 |
219.038 |
369.076 |
601.913 |
1.168.150 |
1.828.526 |
4.888.709 |
||||||
Servizi |
60 |
229.313 |
1.144.004 |
1.995.824 |
3.073.598 |
5.864.761 |
10.564.877 |
13.874.612 |
||||||
Turismo |
40 |
193.415 |
631.891 |
1.081.163 |
1.836.567 |
4.978.821 |
11.408.842 |
17.608.061 |
||||||
Commercio |
401 |
253.175 |
1.185.510 |
2.027.321 |
3.723.867 |
7.922.685 |
14.662.582 |
18.680.980 |
||||||
Altre attività* |
18 |
264.231 |
2.222.192 |
3.954.309 |
6.858.356 |
12.438.010 |
20.314.663 |
48.543.216 |
||||||
|
|
|
|
|
|
|
|
|
||||||
Totale |
535.985 |
2.747.768 |
9.699.503 |
15.347.163 |
23.813.978 |
40.787.817 |
69.181.075 |
115.079.713 |
||||||
Fonte: Ns elaborazione su dati Inps |
||||||||||||||
* Per altre attività si intendono settori legati all’industria, all’artigianato, all’edilizia, trasporto e logistica, etc. |
E con riferimento alle proiezioni effettuate sulla base di una media mensile ponderata, per il 2016 si prospetta una crescita ulteriore, sia per quanto riguarda il dato assoluto che quello relativo ai settori, con punte di circa 70 milioni di voucher venduti alla voce “altre attività”, 18-20 milioni alla voce turismo, circa 15 milioni per i servizi.
Alla luce di questi dati, se immaginiamo l’ingresso nel mercato del lavoro come una ragnatela, possiamo osservare come dal I° trimestre 2014 in poi essa vada sempre più allargandosi e coinvolge sempre più lavoratori. Poiché, calcolando un maggior numero di voucher venduti, calcoliamo ragionevolmente un loro utilizzo più esteso per diversi soggetti. Così abbiamo voluto esplicitare nel grafico seguente la situazione (grafico 2).
Grafico 2 – Voucher venduti, andamento trimestrale, anni 2014-2016
Fonte: Ns elaborazione su dati INPS
Situazione ben esplicitata nella tabella che segue, con una estensione ipotetica, in proiezione sull’ultimo trimestre del 2016.
Tab. 2 – Voucher venduti in Italia – andamento trimestrale, anni 2014-2016 |
||||||||||||||||||
|
2014 |
2015 |
2016 |
|||||||||||||||
Italia |
I° TRIM. |
II° TRIM. |
III° TRIM. |
IV° TRIM. |
I° TRIM. |
II° TRIM. |
III° TRIM. |
IV° TRIM. |
I° TRIM. |
II° TRIM. |
III° TRIM. |
IV° TRIM. |
||||||
|
14.284.290 |
16.051.000 |
19.506.970 |
21.105.526 |
25.027.314 |
27.400.000 |
31.486.985 |
33.538.100 |
25.741.185 |
44.158.639 |
39.653.930 |
24.274.089 |
||||||
Fonte: Ns elaborazione su dati INPS |
||||||||||||||||||
Appare nel grafico che per il primo trimestre del 2016, il primo punto della tela si colloca esternamente allo stesso punto del primo trimestre 2015 ma in misura non così marcata. Tuttavia la dimensione prende evidenza con i trimestri successivi, considerata altresì la crescita esponenziale che dal 2008 al 2014 ha fatto registrare questo istituto, quasi a far pensare che si vada verso una saturazione di ogni spazio di lavoro precario nel mercato del lavoro italiano.
Inoltre è possibile osservare dal Grafico 1 l’andamento delle vendite in Italia, in valori assoluti e per variazioni percentuali anno per anno. Si può veder come il vero e proprio boom in termini percentuali sia avvenuto negli anni 2008 e 2009 con l’avanzare della crisi, ma poi, saliti a valori assolutamente fuori controllo, siano aumentati costantemente di anno in anno con percentuali tra il 55 ed il 75%.
Sebbene già questi numeri rendono la cifra del fenomeno, è utile rammentare che ancora nel 2008, secondo il dettaglio normativo riportato nel documento, i voucher riguardavano ancora lavori di prevalenza accessoria (domestica e giardinaggio) ma con una prima estensione sperimentale a “studenti e pensionati nelle vendemmie di breve durata”. Ed ancora nel 2008 la percentuale di giovani pagati a voucher era del 15% circa, oggi si assiste ad un ribaltamento, al punto che la quota di giovani 15-24 anni pagata a voucher si aggira intorno al 50%, con punte del 53/54%. Contestualmente tra il 2014 ed il 2015, come pure tra il 2015 ed il 2016, l’occupazione continua ad aumentare in particolare nella fascia 55-64 anni, ma non aumenta tra i più giovani.
Secondo i dati forniti da INPS (19 gennaio 2017) nel rapporto mensile sul precariato, si può vedere come in Basilicata la vendita dei voucher sia aumentata del 19,3% rispetto al rapporto gennaio-dicembre del 2015.
Nei primi tre mesi del 2016 complessivamente sono stati venduti in Basilicata più di 150mila voucher, equamente distribuiti in tra le province di Potenza e Matera (Tab. 3). A conferma di un trend in continua crescita, seppur con ritmi differenti e in rallentamento negli ultimi trimestri. E secondo i dati diffusi da INPS, per il 2016, il numero di voucher venduti si aggira intorno al milione (959.832), con una percentuale del 50,6% a Matera e del 49,4% a Potenza.
Tab. 3 Voucher venduti a Potenza e Matera nei primi tre mesi dell’anno
Potenza |
77.971 |
49,8% |
Matera |
78.598 |
50,2% |
BASILICATA |
156.569 |
100% |
Fonte: Ns elaborazione su dati INPS
Fino a questo punto, in particolare con riguardo all’andamento trimestrale registrato in Italia dal 2014 al 2016, l’utilizzo dei voucher aumenta nel III° e IV° trimestre in corrispondenza di stagionalità, ad esempio nel comparto turistico. Si osserva negli stessi periodi un calo delle domande di disoccupazione, quasi a voler significare un utilizzo sostitutivo o comunque latamente improprio del buono lavoro. Allo stesso tempo va osservato il fenomeno espansivo dei voucher in riferimento al part-time, abbastanza allineati nelle dinamiche di crescita, affacciando anche qui una sorta di compartecipazione al reddito del lavoratore e di progressivo allentamento dei meccanismi di protezione e di tutela. Inoltre, in assenza quantomeno di correttivi legislativi in materia di voucher, si tratterebbe pur sempre di rapporti di lavoro in cui è ipotizzabile ogni strappo alla regola, a partire dalle ore effettivamente lavorate e dalla retribuzione, parte della quale può tranquillamente continuare a giacere in un’area di lavoro nero.
Di seguito si specifica la situazione in Basilicata, cominciando dall’evidenza della divisione dei voucher per sesso negli anni che vanno dal 2013 al 2015. Inoltre è possibile osservare la maggiore allocazione dello strumento nelle classi di età inferiori, a conferma delle difficoltà di inserimento lavorativo o comunque di prospettive di lavoro stabile e qualificato per i più giovani in Basilicata.
L’età media dei prestatori nel corso del tempo è andata progressivamente calando, anche in ragione dell’estensione della platea dei beneficiari e, probabilmente, della contestuale restrizione imposta su tipologie concorrenti quali il lavoro intermittente: dai 59,8 anni del 2008 si è arrivati ad una età media dei prestatori di 36,1 anni nel 2014 e 35,9 nel 2015.
Grafico 3 – Lavoratori percettori di voucher per classe di età e per anno (2013-2015) in Basilicata
Fonte: Ns elaborazione su dati INPS
La suddivisione per sesso vede in Basilicata una prevalenza non marcata di maschi, come si evidenzia nel grafico seguente.
Grafico 4 – Lavoratori per riscossione, per anno (2013-2015) e per sesso in Basilicata
Fonte: Ns elaborazione su dati INPS
Non pensiamo si sia colpito il lavoro nero, specie se si considera che più di un terzo degli incentivi alle imprese per assunzioni nel 2015 è stato allocato al Sud e alle isole, dove gli incrementi occupazionali sono stati pressoché di zero statistico. Inoltre l’evenienza dei voucher utilizzati anche (di recente) dalle pubbliche amministrazioni, non potendo ipotizzare che queste ultime si giovassero di lavoro nero, è quantomeno ipotizzabile che talune specializzazioni (mediatori culturali ed esperti di sviluppo turistico) non vengano più riconosciute tali e dunque “relegate” alla definizione di lavoro accessorio.
Ancora, dato non insignificante, le modalità di distribuzione hanno fatto registrare una netta predilezione per tabaccai e banche a tutto il primo semestre 2016, con una percentuale residuale per la procedura telematica e per le sedi INPS.
Tab. 4 – Modalità di distribuzione dei voucher per anno e ultimo semestre. Basilicata |
|||||||||||||
Modalità di distribuzione |
Banche |
Procedura telematica |
Sedi INPS |
Tabaccai |
Uffici postali |
Totale |
% vendita tabaccai |
% vendita sedi INPS |
|||||
Anno di vendita |
|
|
|||||||||||
2008 |
. |
. |
1.981 |
. |
. |
1.981 |
|
|
|||||
2009 |
. |
506 |
10.379 |
. |
. |
10.885 |
|
|
|||||
2010 |
. |
5.047 |
37.290 |
2.701 |
. |
45.038 |
6% |
82,7% |
|||||
2011 |
. |
4.889 |
45.979 |
12.996 |
. |
63.864 |
20,3% |
72,0% |
|||||
2012 |
2.768 |
3.476 |
50.587 |
60.244 |
7.018 |
124.093 |
48,5% |
40,8% |
|||||
2013 |
10.096 |
8.691 |
75.152 |
187.192 |
16.241 |
297.372 |
62,9% |
25,3% |
|||||
2014 |
22.747 |
17.140 |
57.148 |
403.937 |
29.970 |
530.942 |
76,1% |
10,8% |
|||||
2015 |
38.184 |
34.198 |
58.631 |
688.751 |
27.500 |
847.264 |
81,3% |
6,9% |
|||||
2016 I° sem. |
22.088 |
22.836 |
948 |
424.666 |
3.962 |
474.500 |
89,5% |
0,2% |
|||||
Fonte: Ns elaborazione su dati INPS |
Tab. 4b – Voucher. Vendita per settori nel primo semestre 2016 in Basilicata. Valori assoluti e % |
||
ATTIVITÀ D’IMPIEGO |
voucher venduti |
% |
altre attività |
210.818 |
44,4% |
turismo |
97.011 |
20,4% |
commercio |
68.818 |
14,5% |
servizi |
58.223 |
12,2% |
giardinaggio |
18.077 |
3,8% |
manifestazioni sportive e culturali |
12.223 |
2,6% |
lavori domestici |
5.393 |
1,1% |
agricoltura |
3.788 |
0,8% |
Fonte: Ns elaborazione su dati INPS
L’ultima annotazione riguarda la suddivisione per settori in riferimento ai voucher venduti, ai committenti ed ai prestatori di lavoro cosiddetto accessorio.
In questo caso l’INPS rende disponibili i dati riferiti al solo anno 2015, da cui è possibile tentare una scomposizione per micro-ambito e poi una riaggregazione per settori (Tabella 5).
Come si può vedere c’è una forte concentrazione nel settore dei servizi ed una fortissima concentrazione in alberghi e ristoranti. A dispetto di una dinamica di crescita economica col segno più nel settore turistico, specie per quanto riguarda la città di Matera. Pertanto pur in una dinamica economica virtuosa non si registra una dinamica del lavoro tendente alla qualificazione ed alla stabilità, ma continua a seguire una certa stagionalità. Punto che lascia aperti spazi interpretativi sia in riferimento al mercato del lavoro, sia in riferimento al tipo di assorbimento dell’offerta di lavoro nel settore turistico in Basilicata. E ciò apre ulteriori spazi di riflessione sul ruolo e sulla prospettiva assunta in questa fase dalla Capitale Europea della Cultura Matera 2019. Anche qui è utile far emergere un dato significativo.
Tab. 5 – Voucher, anno 2015. Distribuzione per regione e settore |
|
|||||||
|
primario |
industria |
commercio |
alberghi e ristoranti |
servizi |
artigiani e commercianti |
altri non identificati |
|
voucher |
7604 |
105439 |
82232 |
251265 |
80324 |
49074 |
84607 |
|
lavoratori |
428 |
1982 |
1869 |
7398 |
2475 |
2216 |
3282 |
|
committenti |
137 |
575 |
677 |
798 |
578 |
888 |
1242 |
Fonte: Ns elaborazione su dati INPS
Infatti mentre il rapporto medio tra numero dei committenti e prestatori di lavoro accessorio in Italia, per quanto concerne in particolare il settore turistico, si attesta su una proporzione di 1 a 7, in Basilicata questa passa ad 1 a 10 come si può vedere dalla tabella 5.
Grafico 5 – Voucher Basilicata anno 2015, distribuzione per settore
Di contro a questi dati si registrano performance non proprio lusinghiere in quanto a nuovi contratti di lavoro, sia a tempo indeterminato che determinato. Negli ultimi tre rapporti sul precariato si evidenzia la minor consistenza statistica delle nuove assunzioni. Ciò è sicuramente dovuto al calo automatico degli sgravi contributivi da un lato ma, fatti dovuti incroci con gli stock di occupati (ISTAT) e la suddivisione per fasce di età, evidenzierebbe una difficoltà principalmente lucana. Così nelle serie gennaio-settembre, gennaio-ottobre e gennaio-novembre, in Basilicata si registra un significativo segno meno sugli assunti a tempo indeterminato ed un primato negativo di nuove assunzioni rispetto alle altre regioni del Mezzogiorno (-14,4% a settembre, -12,8% a ottobre e -11,5% a novembre).
Tab. 6a NUOVI RAPPORTI DI LAVORO* ATTIVATI NEI MESI DI GENNAIO – SETTEMBRE DEGLI ANNI 2014, 2015 E 2016 PER REGIONE DI LAVORO |
|||||||||||||||||||
|
Tempo indeterminato |
A termine |
Apprendistato |
Stagionali |
Indet. 2016/2015 |
Tot. assunzioni 2016/2015 |
|||||||||||||
|
gennaio- settembre |
gennaio- settembre |
gennaio- settembre |
gennaio- settembre |
|
||||||||||||||
|
2014 |
2015 |
2016 |
2014 |
2015 |
2016 |
2014 |
2015 |
2016 |
2014 |
2015 |
2016 |
|
||||||
Abruzzo |
28156 |
35047 |
21223 |
71761 |
71979 |
72072 |
3043 |
2027 |
2543 |
10838 |
11245 |
9569 |
-39,4% |
-12,4% |
|||||
Molise |
5639 |
7035 |
4389 |
9641 |
8523 |
9037 |
316 |
195 |
304 |
575 |
624 |
706 |
-37,6% |
-11,9% |
|||||
Campania |
124542 |
157011 |
106878 |
166539 |
168383 |
180328 |
7942 |
5797 |
8540 |
42174 |
45032 |
43472 |
-31,9% |
-9,8% |
|||||
Puglia |
74323 |
89010 |
59087 |
154476 |
147629 |
155624 |
6996 |
4946 |
7216 |
26297 |
27885 |
25986 |
-33,6% |
-8,0% |
|||||
Basilicata |
9863 |
13742 |
8736 |
21458 |
27520 |
26135 |
850 |
617 |
969 |
3063 |
3718 |
3209 |
-36,4% |
-14,4% |
|||||
Calabria |
29290 |
35510 |
24616 |
40474 |
39184 |
42981 |
2750 |
1882 |
2678 |
11784 |
12136 |
11980 |
-30,7% |
-7,3% |
|||||
Sicilia |
90092 |
102249 |
74989 |
133420 |
133370 |
140275 |
7121 |
5093 |
9459 |
20695 |
20632 |
21131 |
-26,7% |
-5,9% |
|||||
Sardegna |
21406 |
29540 |
18559 |
60750 |
59135 |
64771 |
1515 |
1018 |
1197 |
29749 |
31441 |
32444 |
-37,2% |
-3,4% |
Fonte: Ns elaborazione su dati INPS
Tab. 6b NUOVI RAPPORTI DI LAVORO* ATTIVATI NEI MESI DI GENNAIO – OTTOBRE DEGLI ANNI 2014, 2015 E 2016 PER REGIONE DI LAVORO |
||||||||||||||||
|
Tempo indeterminato |
A termine |
Apprendistato |
Stagionali |
Indet. 2016/2015 |
Tot. assunzioni 2016/2015 |
||||||||||
|
gennaio- ottobre |
gennaio- ottobre |
gennaio- ottobre |
gennaio- ottobre |
|
|||||||||||
|
2014 |
2015 |
2016 |
2014 |
2015 |
2016 |
2014 |
2015 |
2016 |
2014 |
2015 |
2016 |
|
|||
Abruzzo |
31.183 |
38.811 |
23.688 |
79.500 |
79.857 |
80.585 |
3.373 |
2.222 |
2.938 |
11.383 |
11.617 |
9.860 |
-39,0% |
-11,6% |
||
Molise |
6.373 |
7.877 |
4.914 |
10.690 |
9.634 |
10.259 |
351 |
230 |
342 |
603 |
678 |
729 |
-37,6% |
-11,8% |
||
Campania |
140.648 |
176.982 |
120.558 |
186.239 |
189.590 |
203.824 |
8.934 |
6.355 |
9.875 |
44.457 |
47.487 |
45.893 |
-31,9% |
-9,6% |
||
Puglia |
83.848 |
99.809 |
66.812 |
171.967 |
164.598 |
175.859 |
7.830 |
5.459 |
8.418 |
27.383 |
28.764 |
27.547 |
-33,1% |
-6,7% |
||
Basilicata |
11.119 |
15.211 |
10.001 |
23.967 |
30.457 |
29.341 |
970 |
685 |
1.122 |
3.206 |
3.866 |
3.306 |
-34,3% |
-12,8% |
||
Calabria |
32.737 |
39.592 |
27.769 |
44.868 |
43.677 |
48.037 |
3.057 |
2.083 |
3.068 |
12.086 |
12.446 |
12.346 |
-29,9% |
-6,7% |
||
Sicilia |
102.441 |
114.094 |
84.029 |
150.028 |
148.468 |
158.298 |
8.004 |
5.669 |
10.638 |
21.724 |
21.873 |
22.191 |
-26,4% |
-5,2% |
||
Sardegna |
23.748 |
33.039 |
20.830 |
66.634 |
64.994 |
72.265 |
1.661 |
1.137 |
1.388 |
30.460 |
32.386 |
33.606 |
-37,0% |
-2,6% |
Fonte: Ns elaborazione su dati INPS
Tab. 13c NUOVI RAPPORTI DI LAVORO* ATTIVATI NEI MESI DI GENNAIO – OTTOBRE DEGLI ANNI 2014, 2015 E 2016 PER REGIONE DI LAVORO |
|||||||||||||||||||
|
Tempo indeterminato |
A termine |
Apprendistato |
Stagionali |
Indet. 2016/2015 |
Tot. assunzioni 2016/2015 |
|||||||||||||
|
gennaio- ottobre |
gennaio- ottobre |
gennaio- ottobre |
gennaio- ottobre |
|
||||||||||||||
|
2014 |
2015 |
2016 |
2014 |
2015 |
2016 |
2014 |
2015 |
2016 |
2014 |
2015 |
2016 |
|
||||||
Abruzzo |
33.327 |
41.985 |
26.059 |
86.083 |
86.233 |
91.596 |
3.591 |
2.405 |
3.273 |
11.676 |
11.813 |
10.010 |
-37,9% |
-8,1% |
|||||
Molise |
6.863 |
8.614 |
5.347 |
11.479 |
10.532 |
11.545 |
383 |
249 |
385 |
620 |
701 |
767 |
-37,9% |
-10,2% |
|||||
Campania |
153.559 |
195.529 |
133.228 |
203.395 |
207.966 |
224.917 |
9.724 |
6.897 |
11.285 |
46.041 |
49.225 |
47.632 |
-31,9% |
-9,3% |
|||||
Puglia |
90.697 |
109.341 |
73.236 |
186.078 |
178.914 |
192.722 |
8.403 |
5.895 |
9.372 |
28.356 |
30.039 |
28.581 |
-33,0% |
-6,3% |
|||||
Basilicata |
12.007 |
16.759 |
10.869 |
26.227 |
33.083 |
32.838 |
1.019 |
733 |
1.244 |
3.278 |
3.985 |
3.359 |
-35,1% |
-11,5% |
|||||
Calabria |
35.337 |
43.447 |
30.499 |
48.405 |
47.384 |
52.762 |
3.286 |
2.258 |
3.389 |
12.219 |
12.695 |
12.558 |
-29,8% |
-6,2% |
|||||
Sicilia |
111.763 |
125.868 |
91.685 |
162.558 |
162.093 |
174.692 |
8.642 |
6.220 |
11.718 |
22.171 |
22.395 |
22.716 |
-2720,0% |
-5,0% |
|||||
Sardegna |
25.682 |
36.123 |
22.563 |
71.820 |
70.096 |
79.012 |
1.790 |
1.243 |
1.568 |
30.732 |
32.697 |
34.122 |
-37,5% |
-2,1% |
Fonte: Ns elaborazione su dati INPS
In definitiva è possibile affermare che la spiegazione di chi ritiene il voucher lo strumento che ha favorito l’emersione del lavoro nero risulta risibile. In molti casi diventa strumento di strutturale integrazione al reddito, facendo da complemento all’utilizzo del part-time, come conferma l’ulteriore aumento per la componente femminile in tutta Italia, a tutto svantaggio di politiche conciliative e di equilibrata composizione dei tempi di lavoro e dei tempi familiari e domestici. Questa formazione progressiva del rapporto di lavoro, poi, non è riuscita a sottrarsi a casi di utilizzo non sempre rispettoso dei presupposti normativi: il campionario varia da un numero maggiore di ore lavorate rispetto a quelle coperte con i buoni lavoro, e quindi pagate “in nero”, a rapporti di lavoro totalmente sconosciuti alla Pubblica Amministrazione, in assenza di “associazione” tra voucher e lavoratore attraverso la predetta comunicazione preventiva, a quest’ultima attivata per un numero inferiore di giorni rispetto a quelli in concreto lavorati, o, infine, a comunicazioni di avvio della prestazione accessoria coincidente, guarda caso, con il giorno di infortunio del lavoratore.
2.
Passando alle unità di lavoro, anche per quanto riguarda gli stock occupazionali si registra una fase anomala, con più lavoro, meno giovani occupati e più poveri gli occupati.
Inoltre il lavoro precario e destrutturato impoverisce sempre di più una Basilicata non particolarmente ricca di lavoro. Infatti, nonostante i modesti incrementi occupazionali degli ultimi periodi, come dimostra la tabella sull’andamento trimestrale (tabella 7), siamo ancora lontani di almeno 3500 unità dai livelli di occupazione pre-crisi; valori questi ultimi che troveranno sistemazione più puntuale con l’aggiornamento previsto per aprile.
Tab. 7 Stock occupati per trimestre e per macrosettori ATECO |
|||||||||||||||||||
Settori |
I° trim. |
II° trim. |
III° trim. |
IV° trim. |
I° trim. |
II° trim. |
III° trim. |
IV° trim. |
I° trim. |
II° trim. |
III° trim. |
||||||||
2014 |
2015 |
2016 |
|||||||||||||||||
Industria |
34.880 |
32.190 |
31.820 |
32.130 |
33.930 |
35.310 |
36.380 |
35.980 |
36.860 |
36.030 |
35.440 |
||||||||
Totale servizi |
113.810 |
123.370 |
122.310 |
116.800 |
119.850 |
130.230 |
123.970 |
120.720 |
121.780 |
126.490 |
123.240 |
||||||||
Commercio |
32.110 |
37.660 |
38.300 |
34.720 |
34.850 |
33.300 |
34.600 |
35.560 |
35.520 |
35.110 |
33.180 |
||||||||
Costruzioni |
13.690 |
13.560 |
16.590 |
18.180 |
14.940 |
14.110 |
15.910 |
14.850 |
13.990 |
13.640 |
17.060 |
||||||||
Agricoltura |
12.850 |
15.670 |
15.980 |
15.870 |
13.320 |
12.710 |
15.730 |
17.340 |
13.730 |
16.700 |
17.970 |
||||||||
Totale occupati |
175230 |
184790 |
186690 |
182980 |
182040 |
192360 |
191990 |
188890 |
186360 |
192860 |
193710 |
Fonte: Ns. elaborazione su dati ISTAT
Gli aumenti occupazionali degli ultimi trimestri in Basilicata hanno riguardato in misura maggiore le coorti più anziane (over 55), in parte per effetto della riforma pensionistica che, innalzando i requisiti di età e anzianità, sta frenando i flussi di crescita, in parte per le criticità del sistema produttivo regionale che, come accennato all’inizio di questo lavoro, verranno trattate approfonditamente nell’aggiornamento di aprile. La componente over 55 ha fatto registrare un incremento del 5.6%, confermando un trend di crescita in particolare negli ultimi anni, attestando il valore percentuale di questa componente sull’occupazione complessiva regionale al 21.6%, dal 14,8% del 2008.
I diversi tassi di occupazione sono riportati nel grafico seguente.
Grafico 6 – Tasso di occupazione in Basilicata per fascia di età, anni 2008-2015
Fonte: Ns elaborazione su dati ISTAT
Come si può vedere dal grafico, nel corso degli anni i maggiori incrementi percentuali sull’occupazione si registrano per le fasce di età più avanzate, con una tendenziale stazionarietà per le intermedie. La fascia 55-64 anni passa da un tasso del 39% nel 2008 ad un tasso del 49,8% nel 2015. La crescita è confermata nei primi tre trimestri del 2016. Allo stesso tempo il tasso di occupazione della classe 15-24 anni passa dal 16% circa del 2008 al 12% del 2015, con un lievissimo incremento nell’ultimo anno, pressoché annullato nel corso del 2016.
E le difficoltà nel recuperare in termini assoluti e in termini qualitativi gli stock occupazionali del 2008 e la scarsa capacità attrattiva del nostro mercato del lavoro sono confermate da valori quali quelli dei tassi di occupazione e disoccupazione giovanile, ancora troppo alti per confermare un trend di positiva fuoriuscita dalla crisi.
Tab. 8. Tasso di occupazione per anno e per fascia di età |
|||||||||
Basilicata |
Tasso di occupazione |
||||||||
2008 |
2009 |
2010 |
2011 |
2012 |
2013 |
2014 |
2015 |
||
fascia 15-24 anni |
15,91 |
13,63 |
12,05 |
12,94 |
11,42 |
8,53 |
11,48 |
12,01 |
|
fascia 25-34 anni |
55,94 |
53,88 |
49 |
51,72 |
50,01 |
46,37 |
44,19 |
48,48 |
|
fascia 35-44 anni |
65,75 |
64,75 |
64,84 |
62,31 |
60,24 |
61,75 |
61,46 |
62,1 |
|
fascia 45-54 anni |
63,48 |
63,28 |
62,72 |
63,31 |
62,7 |
61,87 |
61,49 |
63,25 |
|
fascia 55-64 anni |
39,21 |
38,17 |
38,09 |
39,38 |
41,15 |
42,49 |
47,45 |
49,88 |
Fonte: Ns. elaborazioni su dati ISTAT
Tab. 8b – Tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) |
|||||||||||||
2008 |
2009 |
2010 |
2011 |
2012 |
2013 |
2014 |
2015 |
||||||
Potenza |
33,8 |
35,3 |
42,6 |
38 |
51 |
56,2 |
48,5 |
50,1 |
|||||
Matera |
36,8 |
43,5 |
40,3 |
42,4 |
48,4 |
54,8 |
43,3 |
44,3 |
|||||
Basilicata |
34,8 |
38,3 |
41,6 |
39,7 |
49,9 |
55,6 |
46,6 |
47,7 |
|||||
Mezzogiorno |
33,6 |
55,9 |
54,1 |
||||||||||
Centro-Nord |
14,4 |
35,5 |
32,6 |
||||||||||
Italia |
21,2 |
|
|
|
|
|
42,7 |
40,3 |
Fonte: Ns. elaborazioni su dati ISTAT
Occorre insistere su una politica industriale in grado di incidere sul tessuto produttivo: Melfi non deve restare un caso isolato. Strettamente collegate a questo fattore sono le crescenti diseguaglianze reddituali e di opportunità (specie per i giovani). La flessibilizzazione del lavoro si è spinta molto avanti con risultati di crescita modesti, nulla nelle retribuzioni con fenomeni di “poveri” che hanno un lavoro (ovvero guadagnano poco) e i giovani migliori che se ne vanno, fenomeno molto forte in Basilicata (Tab. 9).
Tab. 9 – Pendolari residenti in Basilicata che lavorano nel Centro-nord o all’estero in base alle caratteristiche individuali, familiari e del lavoro svolto. Anno 2015. |
|||||
Caratteristiche individuali, familiari e del lavoro svolto |
Valori assoluti (x 1000) |
Composiz. % degli occupati pendolari |
Composiz. % degli occupati totali |
Incidenza % sul totale dell’occupazione |
|
Sesso |
|
|
|
|
|
Maschi |
3424 |
75,3 |
63,4 |
2,9 |
|
Femmine |
1122 |
24,7 |
36,6 |
1,6 |
|
Classe di età |
|
|
|
|
|
15-24 anni |
212 |
4,7 |
3,9 |
2,9 |
|
25-34 anni |
1634 |
35,9 |
18,1 |
4,8 |
|
35-44 anni |
1078 |
23,7 |
26,5 |
2,2 |
|
45-54 anni |
1238 |
27,2 |
29,9 |
2,2 |
|
55-64 anni |
345 |
7,6 |
19,9 |
0,9 |
|
65 anni e più |
|
|
|
|
|
Titolo di studio |
|
|
|
|
|
Nessuno, elem |
227 |
5,0 |
3,9 |
3,1 |
|
Licenza media |
750 |
16,5 |
29,7 |
1,3 |
|
Superiori |
2420 |
53,2 |
48,0 |
2,7 |
|
Laurea + post |
1149 |
25,3 |
18,4 |
3,3 |
|
Stato civile |
|
|
|
|
|
Celibe/nubile |
2356 |
51,8 |
27,3 |
4,6 |
|
Coniugato/a |
2001 |
44,0 |
66,0 |
1,6 |
|
Altro |
189 |
4,2 |
6,8 |
1,5 |
|
Settore di attività |
|
|
|
|
|
Agricoltura |
0 |
0,0 |
7,8 |
0,0 |
|
Industria in senso stretto |
781 |
17,2 |
18,7 |
2,2 |
|
Costruzioni |
960 |
21,1 |
7,9 |
6,4 |
|
Servizi |
2805 |
61,7 |
65,5 |
2,3 |
|
Livello professionale |
|
|
|
|
|
Alta |
1860 |
40,9 |
33,4 |
3,0 |
|
Media |
1770 |
38,9 |
44,7 |
2,1 |
|
Bassa |
916 |
20,1 |
21,9 |
2,2 |
|
Posizione nella professione |
|
|
|
|
|
Dipendenti |
4170 |
91,7 |
71,4 |
7,7 |
|
A termine |
826 |
18,2 |
10,4 |
4,2 |
|
Permanenti |
3344 |
73,6 |
61,0 |
2,9 |
|
Indipendenti |
376 |
8,3 |
28,6 |
0,3 |
|
Tipologia di orario |
|
|
|
|
|
A tempo pieno |
4401 |
96,8 |
85,8 |
2,7 |
|
A tempo parziale |
145 |
3,2 |
14,2 |
0,5 |
|
Totale |
4546 |
100,0 |
100,0 |
2,4 |
|
Fonte: Ns. elaborazioni su microdati ISTAT RCFL |
Nel 2015, quasi 5.000 lucani sono stati interessato da fenomeni di pendolarismo per motivi di lavoro verso le regioni del Centro-Nord. Essi sono in prevalenza maschi (75,3%); e rappresentano circa il 4,5% dell’intero stock di occupati in regione; un’incidenza, quindi, non marginale. Queste persone che si spostano sono in possesso prevalentemente di un titolo di studio medio-alto, nella gran parte dei casi la tipologia contrattuale con quale sono impiegati è dipendente/a tempo pieno. Il pendolarismo interessa quindi le fasce di popolazione più istruite in cerca di una posizione nella professione relativamente più sicura e che si presume meglio corrisponda alla loro istruzione. E’ questo un indizio di una certa difficoltà, da parte del sistema produttivo locale, a creare occasioni di lavoro relativamente qualificate.
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